lunedì 12 agosto 2013

La città in piazza

Da abitante consapevole della periferia di Scandicci, mi sono diretta mercoledì 3 luglio 2013 alle 21 al GingerZone di Scandicci per partecipare al progetto “La città in piazza” organizzato dalla cooperativa sociale Sociolab e fortemente voluto dal comune di Scandicci, in quanto il Consiglio regionale della Toscana ha da poco approvato una nuova legge sulla partecipazione sociale.
La proposta è quella di riqualificare piazza Palmiro Togliatti a Scandicci, sede perenne di parcheggio, ma anche del mercato del sabato, chiamata piazza ma non considerata tale dai suoi abitanti, che la vorrebbero diversa.
Sociolab ha organizzato un paio di incontri in questo mese per cercare di capire cosa vogliono per questo luogo gli abitanti di Scandicci, per raccogliere le loro proposte e per cercare di dare un volto nuovo alla piazza.
Molti sono stati gli strumenti utilizzati; la serata in cui ho partecipato contava circa una trentina di persone, molte meno rispetto al pomeriggio, delle quali la maggioranza era rappresentata dai commercianti che lavorano in prossimità della piazza. Il numero esiguo ha favorito un continuo dialogo tra tutti, tra noi sconosciuti ma anche con Lorenza e Margherita, le operatrici di Sociolab, che hanno mediato le nostre risposte, ci hanno provocato chiedendoci direttamente la nostra opinione e ci hanno fatto ragionare sul concetto di scelta: il farlo comporta sempre lasciar andare qualcos’altro.
Un plastico fatto con i ragazzi del GingerZone con pensieri scritti su post-it attaccati sul luogo idealmente rappresentato, un muro delle “idee” con cartoline recanti frasi o disegni rispondenti alla domanda “la piazza è bella se…” sono stati i mezzi con cui Sociolab ha centrato la questione, ci ha messi letteralmente dentro la piazza e ce l’ha fatta guardare con occhi diversi, come se fossimo noi i responsabili diretti e gli artefici materiali della riqualificazione. Come se davvero potessimo fare qualcosa per il luogo che abitiamo e viviamo tutti i giorni.
Credo che questo sia la vera essenza della partecipazione sociale; sentirsi pienamente  consapevoli e forti di poter cambiare le cose e di non dover subire necessariamente e passivamente le decisioni di un gruppo di persone che non ci rappresentano e siedono ad un posto di potere.
Probabilmente non sempre sarà possibile tradurre in fatti questa consapevolezza, ma è importante saperla riconoscere dentro la nostra coscienza, sapere di avere uno strumento collettivo che ha il potere di incidere ogni qual volta noi usciamo di casa.

Valeria

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