mercoledì 30 gennaio 2013

Una finestra aperta su Rovigo


La mattina di sabato 19 gennaio al centro Don Bosco, verso le ore 10:30 è iniziata la prima giornata di formazione dedicata al progetto Habitat condotta da Sociolab, un gruppo multidisciplinare che si occupa di ricerca e partecipazione sociale.
Con me hanno partecipato altri membri del gruppo coordinamento di Spazio XY, alcuni ragazzi che fanno parte del gruppo dei laboratori creativi e amici rappresentanti di altre associazioni coinvolte; eravamo più di una decina, mentre nel pomeriggio, con nostra sorpresa e immenso piacere, sono venuti ad aggiungersi altri appartenenti a diverse associazioni facendo salire il numero dei partecipanti a forse più di una trentina.

Direttrice d’orchestra di questa intensa giornata è stata Lorenza Soldani che, per conto di Sociolab, ha strutturato la nostra giornata in due momenti molto diversi tra di loro ma nello stesso tempo cuciti insieme dal filo rosso di come imparare a coinvolgere e a lavorare in gruppo.
Nelle prime ore della mattinata, attraverso 4 domande relative al progetto e grazie alla suddivisione del gruppo in sottogruppi di tre, abbiamo provato a mettere in pratica quello che Lorenza definisce “ascolto attivo”, ossia mettersi in comunicazione con gli altri senza pregiudizi, ascoltando la persona che abbiamo davanti per ciò che ha da dire senza essere spinti a trovare a tutti i costi una soluzione immediata.
Detta così sembra una cosa facile, ma nella conversazione che ho avuto con i miei compagni mi sono accorta di quanto sia difficile liberare il proprio cervello dalla possibilità di arrivare subito al concreto e di ascoltare chi abbiamo davanti senza la nostra convinzione personale. Penso di esserci riuscita per un po’ e sono rimasta piacevolmente stupita dallo scoprire che facendo così, riuscivo a seguire chi stava parlando in maniera costruttiva, nel senso che ogni cosa che mi veniva detta appariva ai miei occhi saggia e utile.
Ero così entusiasta che non avrei mai smesso di ascoltare e di porre domande per vedere fino a che punto potevamo spingerci con questo nuovo modo di dialogare; guardavo Lorenza quasi con occhi mistici, pensando che se questo era l’inizio chissà cosa avrebbe offerto il pomeriggio.
Così dopo un pasto veloce e più che sostanzioso, è iniziata la seconda parte della giornata con all’incirca 5 domande estrapolate dai nostri interventi della mattina. 

La mia fede in Lorenza non è stata delusa e lei ci ha proposto di sviluppare queste domande con il metodo del word café che riassunto banalmente consiste in gruppi di 5-6 persone che danno la loro risposta ad ognuna delle 5 domande proposte, mescolandosi a turno presso un tavolo con un “ospite fisso” una persona che si assume il compito di rimanere sempre allo stesso tavolo e di raccogliere le risposte. Tutto ciò rende l’idea di una chiacchierata al bar mentre si beve un caffè e l’atmosfera è stata esattamente così.
Facilitati dal poco tempo a disposizione per domanda e dall’insolita situazione, anche chi non si conosceva, con un sorriso sulle labbra è riuscito a dire la sua, con calore e convinzione su argomenti quali la comunicazione, la gestione delle informazioni, l’accessibilità di queste ad un bacino il più ampio possibile, il concetto di arte pubblica e arte utile, la necessità di trovare uno strumento di comunicazione condiviso e aperto a tutti i partecipanti al progetto Habitat.
Sono state scritte decine e decine di tovagliette di carta che Lorenza ha messo a disposizione dei tavoli perché potessero essere riempite da appunti, disegni, schizzi di idee e quello sarà il materiale sul quale sarà necessario concentrarsi per sviluppare al meglio il progetto.
Al termine di questo esperimento gli ospiti fissi sono stati invitati a fare un breve resoconto degli spunti raccolti; ho svolto il ruolo dell’ospite fisso su richiesta ma anche presa dallo slancio della mattinata appena trascorsa e ciò che mi ha meravigliato è che fondamentalmente ognuno di noi stava dicendo le stesse cose. Dal dialogo con le persone tra i vari gruppi sono emerse le stesse necessità di coltivare la rete tra le diverse associazioni coinvolte nel progetto, attraverso un mezzo di informazione comune come un diario o un blog.
Abbiamo finito tardi, non c’è stata fretta di andarsene se non per Lorenza che rischiava di perdere il treno; sembrava a tutti così impossibile e nello stesso tempo bello, che a Rovigo così tante persone già per molti versi conosciute, potessero incontrarsi e lavorare insieme, affacciandosi su un panorama scelto e condiviso insieme.

Valeria Cobianchi

p.s. Per tutti i creativi e i tutor: il secondo momento formativo si terrà Sabato 2 Febbraio dalle ore 9.30 alle 18.30, presso la Sala Senior dell'Circolo Auser Città delle rose in via Bonatti 10, Rovigo!

1 commento:

Behemoth ha detto...

E' stata una giornata bellissima! Molto intensa e davvero utile. Le ore sono trascorse senza accorgersi del tempo che volava, assorti nel dialogo e nell'incontro di chi era seduto vucino a noi!... grazie, spero di rivedere tutti alla giornata con CoMoDo! Serena